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Germania -

Il primo divieto ad essere implementato nei Giochi olimpici moderni arrivò dopo gli eventi della Prima Guerra Mondiale. A causa del suo coinvolgimento nella guerra, alla Germania fu vietato di gareggiare alle Olimpiadi di Anversa del 1920 e anche a quelle di Parigi del 1924.

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Germania -

Questa esclusione faceva parte delle misure punitive delle potenze alleate delineate nel Trattato di Versailles, che riteneva la Germania responsabile della guerra. Il divieto mirava a isolare la Germania e a garantire che affrontasse le conseguenze delle sue azioni aggressive durante la guerra.

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Austria -

Insieme alla Germania, anche l'Austria fu bandita dalle Olimpiadi di Anversa del 1920 (nella foto) come parte delle misure punitive seguite alla Prima Guerra Mondiale, ma le fu permesso di tornare per i Giochi del 1924.

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Austria -

In quanto alleata della Germania e membro delle Potenze Centrali, l'Austria venne ritenuta responsabile del suo ruolo nella guerra che portò a una grande devastazione e alla perdita di vite umane. Il divieto mirava a ritenere l'Austria responsabile della sua aggressione militare e delle sue alleanze politiche durante il conflitto.

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Ungheria -

L'Ungheria è stato un altro membro delle Potenze Centrali che venne bandito dalle Olimpiadi di Anversa del 1920 a causa del suo ruolo durante la Prima Guerra Mondiale. Insieme alla Germania e all'Austria, l'Ungheria fu ritenuta responsabile della sua partecipazione al conflitto che causò una significativa distruzione globale e la perdita di vite umane. Nella foto Francesco Giuseppe I, imperatore d'Austria e re d'Ungheria.

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Ungheria -

Anche le Olimpiadi estive del 1984 videro l'assenza dell'Ungheria, che partecipò volontariamente al boicottaggio dei Giochi da parte dell'Unione Sovietica. Compresa l'Ungheria, quell'anno 14 nazioni si rifiutarono di partecipare.

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Bulgaria -

Come l'Ungheria, anche la Bulgaria fu bandita dalle Olimpiadi di Anversa del 1920 a causa della sua alleanza con le Potenze Centrali durante la Prima Guerra Mondiale. Fece anche parte del boicottaggio guidato dai sovietici nel 1984.

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Bulgaria -

A differenza della Germania dopo la Prima Guerra Mondiale, alla Bulgaria fu permesso di tornare ai Giochi Olimpici nel 1924, durante i quali non vinse nemmeno una medaglia olimpica.

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Turchia -

La Turchia rimase l'ultima nazione ad essere bandita dalle Olimpiadi di Anversa del 1920 a causa del suo coinvolgimento nella Prima Guerra Mondiale. Il divieto della Turchia fu influenzato dalle conseguenze della guerra, tra cui la spartizione dell'Impero Ottomano e i significativi sconvolgimenti politici e sociali che ne seguirono.

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Turchia -

La Turchia fu autorizzata a partecipare nuovamente alle Olimpiadi nel 1924. Nel 1980, si unì al boicottaggio dei Giochi guidato dagli Stati Uniti, considerato il più grande boicottaggio nella storia delle Olimpiadi, che vide 67 nazioni rifiutarsi di gareggiare.

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Germania -

In seguito alla Seconda Guerra Mondiale, le atrocità e le azioni di guerra commesse dalla Germania videro ancora una volta negata la sua partecipazione ai Giochi, questa volta alle Olimpiadi di Londra del 1948. Il divieto fu revocato per le Olimpiadi di Helsinki del 1952.

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Germania -

È interessante notare che la Germania era stata selezionata per ospitare le Olimpiadi estive del 1916 e quelle invernali del 1940, ma entrambe dovettero essere annullate a causa delle Guerre Mondiali ( a cui la Germania aveva partecipato in modo significativo).

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Giappone -

Come la Germania, anche il Giappone fu bandito dalle Olimpiadi di Londra del 1948 a causa del suo ruolo nella Seconda Guerra Mondiale. Le azioni belliche della nazione, tra cui l'attacco a Pearl Harbor, l'invasione di numerosi Paesi asiatici e i numerosi crimini di guerra, portarono a una significativa distruzione globale e alla perdita di vite umane.

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Giappone -

Dopo che il Giappone dimostrò importanti progressi nella ripresa e nella democratizzazione postbellica, il Paese fu riammesso alle Olimpiadi del 1952, che si svolsero a Helsinki.

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Sudafrica -

Tra tutti i Paesi presenti in questa lista, il Sudafrica è quello che ha subito il divieto olimpico più lungo della storia, durato 28 anni, dal 1964 al 1992. Il Paese fu bandito dalle Olimpiadi a causa del suo regime di apartheid, che imponeva la segregazione razziale e la discriminazione all'interno dei suoi confini.

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Sudafrica -

Le leggi sull'apartheid messe in atto dal Sudafrica costituivano una violazione dei principi di uguaglianza della Carta olimpica, motivo per cui fu istituito il divieto. Il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) revocò il divieto dopo la fine dell'apartheid nel 1990, grazie soprattutto a Nelson Mandela.

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Rhodesia -

La Rhodesia (oggi Zimbabwe) fu bandita dalle Olimpiadi nel 1972 a causa del suo governo non riconosciuto e delle sue controverse politiche razziali. Il CIO dovette far fronte a notevoli pressioni da parte delle nazioni africane che condannarono il governo minoritario a guida bianca della Rhodesia e la sua sistematica discriminazione razziale nei confronti della maggioranza nera.

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Rhodesia -

Il divieto olimpico evidenziò l'opposizione del mondo alle politiche della Rhodesia, simile alla posizione assunta nei confronti del Sudafrica. Il divieto rimase in vigore fino alla transizione della Rhodesia in Zimbabwe e all'adozione del governo maggioritario nel 1980.

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Afghanistan -

La nazione mediorientale dell'Afghanistan venne bandita dalle Olimpiadi di Sydney del 2000 principalmente a causa delle severe restrizioni imposte dal regime talebano alle donne e delle sue generali violazioni dei diritti umani. Le politiche dei Talebani proibivano alle donne di partecipare allo sport e alla vita pubblica, in netto contrasto con i principi di uguaglianza e inclusione di genere della Carta olimpica.

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Afghanistan -

Il divieto rimase in vigore fino alla caduta dei Talebani nel 2001, dopo la quale il Paese iniziò a ricostruire le infrastrutture sportive e a promuovere politiche più inclusive. Questi cambiamenti hanno permesso all'Afghanistan di tornare alle Olimpiadi nel 2004, che si sono tenute ad Atene, luogo di nascita dei Giochi.

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Kuwait -

Nel 2015, il Kuwait fu bandito dalle Olimpiadi a causa dell'ingerenza del governo nel Comitato Olimpico Nazionale (CNO) e nelle federazioni sportive, in violazione delle norme del Comitato Olimpico Internazionale che garantiscono l'autonomia degli organismi sportivi nazionali.

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Kuwait -

Il CIO sospese il Comitato olimpico del Kuwait e, di conseguenza, gli atleti kuwaitiani furono costretti a gareggiare sotto la bandiera olimpica come "indipendenti" durante le Olimpiadi di Rio 2016. La sospensione è stata infine revocata nel 2019.

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Russia -

Nel 2015 venne portato alla luce un ampio scandalo di doping sponsorizzato dallo Stato e le prove dimostrarono che le autorità russe avevano sistematicamente manipolato le procedure dei test antidoping per migliorare illegalmente le prestazioni sportive degli atleti. La Russia venne quindi sospesa da diversi Giochi, tra cui le Olimpiadi invernali del 2018 a PyeongChang e le Olimpiadi estive di Tokyo del 2020.

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Russia -

Le Olimpiadi di Parigi 2024 sono state vietate alla Russia per un altro motivo. A causa del coinvolgimento del Paese nella guerra in corso contro l'Ucraina, agli atleti russi è stato impedito di rappresentare il proprio Paese. Di conseguenza, 15 atleti russi hanno gareggiato come concorrenti neutrali sotto la bandiera olimpica.

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Bielorussia -

Oltre alla Russia, anche la Bielorussia non è stata ammessa ai Giochi Olimpici del 2024 a causa del suo coinvolgimento nella guerra russo-ucraina. Oltre al CIO, molti Paesi hanno imposto sanzioni contro questi due Paesi.

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Bielorussia -

Secondo il Comitato Olimpico Internazionale, i Giochi del 2024 prevedono la partecipazione di 18 atleti bielorussi in qualità di Atleti Neutrali Individuali. Questi atleti non hanno alcuna bandiera associata e il loro abbigliamento è fortemente privo di questa caratteristica.

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India -

Nel 2012, il Comitato Olimpico Internazionale sospese la partecipazione dell'India a causa dell'interferenza del governo nel processo elettorale dell'Associazione Olimpica Indiana e dell'elezione di funzionari che violavano le linee guida etiche del CIO.

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India -

Dopo che l'Associazione olimpica indiana organizzò nuove elezioni conformi ai regolamenti del CIO, la sospensione fu revocata nel 2014, poco prima delle Olimpiadi di Sochi. Sebbene l'India fosse stata bandita, durante il periodo di sospensione non erano in programma giochi olimpici.

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Corea del Nord -

In seguito alle problematiche legate alla pandemia COVID-19 nel 2020, la Corea del Nord si ritirò unilateralmente dai Giochi Olimpici. Questo ritiro ha violato la Carta olimpica (che prevede la partecipazione e la cooperazione tra i comitati olimpici nazionali) e la Corea del Nord è stata successivamente bandita.

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Corea del Nord -

Il divieto imposto alla Corea del Nord significò che il Paese non poté partecipare alle Olimpiadi di Tokyo del 2020 e a quelle di Pechino del 2022. Nel 2024, il Paese è tornato sulla scena olimpica durante i Giochi di Parigi.

Fonti: (Business Standard) (Al Jazeera) (Topend Sports)

Vedi anche: Gli atleti più giovani e più anziani alle Olimpiadi (compresa un'italiana di 11 anni!)

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