Per scoprire come andavano davvero le cose nell'antichità
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Le Bibbie cattoliche, ortodosse orientali e protestanti variano per il numero di libri che contengono. I protestanti hanno 66 libri nelle loro Bibbie, i cattolici 73, e gli ortodossi orientali fino a 81. Molti si sono chiesti se questa differenza sia una evidenza di strumentalizzazione.
La verità è che la differenza è costituita dagli apocrifi biblici, che sono sostanzialmente una raccolta di libri non inclusi nella Bibbia ebraica originale.
Questa differenza tra le denominazioni ebbe inizio con un faraone egiziano noto come Tolomeo II Filadelfo. Tra il 284 e il 246 a.C., Tolomeo chiese agli studiosi ebrei di tradurre la Bibbia ebraica in greco per conservarla nella sua biblioteca di Alessandria.
Gli Apocrifi sono stati scritti in gran parte durante il periodo tra i Testamenti, quando la vita ebraica era sotto l'influenza ellenistica e romana. Quest'epoca è stata caratterizzata da notevoli tensioni culturali e religiose e i testi riflettono i temi della lotta, della fede e della provvidenza divina.
Oltre alla Bibbia ebraica, gli studiosi tradussero anche diversi altri libri comuni alla cultura ebraica. Questi furono tutti raccolti nella cosiddetta “Septuaginta”, scritta in greco.
Col tempo, gli ebrei iniziarono a preferire la lettura della Septuaginta, poiché avevano più familiarità con il greco che con l'ebraico ancestrale.
Se la parola “apocrifo” è diventata sinonimo di esoterico, eretico o addirittura falso, non è sempre stato così. Infatti, la parola latina apocryphus significa semplicemente “segreto” e deriva dalle due parole greche apo (lontano) e kryptein (nascondere o celare).
Nella Chiesa primitiva, la Septuaginta era ampiamente utilizzata, ma non c'era consenso sull'effettiva autorevolezza degli Apocrifi, il che ha portato a opinioni diverse sull'opportunità di includere o meno i libri.
Nel 397 d.C., il Concilio di Cartagine riconobbe alcuni libri apocrifi come autorevoli, dando origine al termine “deuterocanonico” (o “secondo canone”) per descrivere queste opere.
Nel 1054 d.C. si verificò una profonda rottura tra le Chiese ortodosse orientali e quelle cattoliche occidentali, un evento che è conosciuto come il Grande Scisma. All'epoca, entrambe le Chiese avevano già sviluppato punti di vista diversi su quali parti della Bibbia fossero canoniche.
La Chiesa ortodossa orientale considerava tutti i testi della Septuaginta come canonici, mentre la Chiesa cattolica accettava solo alcuni dei testi apocrifi come “secondo canone”.
D'altra parte, la Chiesa protestante, riconosciuta a partire dal 1517, ha rifiutato apertamente gli Apocrifi sostenendo che i libri non hanno la stessa autorità degli altri testi. Come tali, non vengono utilizzati negli insegnamenti.
I primi cristiani scrissero molti vangeli ed epistole, ma molti scritti erano inaffidabili o semplicemente falsi. Di conseguenza, i Padri della Chiesa dovevano determinare quali libri dovessero effettivamente far parte del canone del Nuovo Testamento.
Per entrare a far parte dell' archivio canonico, un libro doveva soddisfare tre criteri. Il primo era che il libro in questione fosse stato scritto da un apostolo o da un suo stretto collaboratore.
Il terzo e ultimo criterio era che il libro dovesse essere già utilizzato dalla comunità cristiana allargata. Se un libro era ampiamente utilizzato (nel culto o nelle liturgie), aveva maggiori possibilità di essere accettato come parte del Nuovo Testamento.
Il primo elenco completo dei 27 libri del Nuovo Testamento, così come sono riconosciuti oggi, apparve nella Lettera Pasquale del 367 d.C., scritta da Atanasio di Alessandria (nella foto). Ci sono voluti più di 250 anni per stabilire il canone del Nuovo Testamento.
È interessante notare che un manoscritto noto come Codex Vaticanus, che supporta l'elenco di Atanasio, è stato scritto a Roma intorno allo stesso periodo. È chiaro che i primi studiosi non decidevano a caso quali libri includere. Si trattava invece di un processo accuratamente ponderato nel corso degli anni.
Nel corso del tempo, gli studiosi hanno scoperto che in realtà esistono più di 30 vangeli. Tuttavia, solo quattro di essi compaiono nelle Scritture accettate: Matteo, Marco, Luca e Giovanni. Gli altri non soddisfano i criteri stabiliti dai Padri della Chiesa.
La Bibbia di Lutero del 1534, tradotta in tedesco da un riformatore protestante, fu la prima a pubblicare gli Apocrifi come sezione separata tra l'Antico e il Nuovo Testamento.
I libri apocrifi erano inclusi anche nella Bibbia originale di Re Giacomo del 1611. Sono sempre stati pubblicati come sezione separata dall'Antico e dal Nuovo Testamento, perché non erano considerati alla stregua delle Scritture vere e proprie.
Qui è raffigurata la pagina del contenuto di una Bibbia di Re Giacomo completa di 80 libri, stampata nel 1769. Vi sono elencati l'Antico e il Nuovo Testamento, oltre a “I libri chiamati apocrifi”. Gli apocrifi hanno fatto parte della Bibbia di Re Giacomo per 274 anni prima di essere eliminati nel 1885.
Molte società in Nord America e nel Regno Unito hanno presentato una petizione per non essere obbligate a stampare gli Apocrifi, per un motivo ben preciso: i costi. Omettendo gli Apocrifi, le Bibbie sarebbero state meno costose da produrre.
In Europa, alcune edizioni della Bibbia continuarono a includere i 14 libri degli Apocrifi, dando vita a Bibbie con 80 libri suddivisi in Antico Testamento, Nuovo Testamento e Apocrifi.
La maggior parte delle stampe moderne della Bibbia (e persino le ristampe della Bibbia di Re Giacomo) omettono gli Apocrifi. Anche le traduzioni più recenti non li includono mai. Ci sono, naturalmente, delle eccezioni.
Alcune edizioni della Revised Standard Version della Bibbia, così come la New Revised Standard Version, includono gli Apocrifi nella loro interezza. Negli Stati Uniti, l'American Bible Society non ha alcuna restrizione sull'inclusione o meno di questi testi nelle Bibbie.
Gli Apocrifi hanno avuto una profonda influenza sulla letteratura e sull'arte occidentale. Molti testi apocrifi hanno ispirato pittori, drammaturghi e poeti del Rinascimento, poiché toccano con passione i temi della virtù, dell'eroismo e della moralità.
L'eredità duratura degli Apocrifi risiede nel loro ricco contenuto spirituale, morale e storico. La loro esistenza ha continuato a influenzare la teologia, l'arte e l'etica cristiana fino ai giorni nostri.
Fonti: (Britannica) (Christianity.com) (King James Bible Online) (TheCollector) (Tyndale House)
Vedi anche: Il giorno in cui l'apparizione della Vergine ha messo la Chiesa cattolica contro il comunismo
I 14 libri esclusi dalla Bibbia: cosa sono e perché sono stati esclusi?
La loro omissione è stata dettata da malizia o praticità?
LIFESTYLE Cristianesimo
Chi studia le diverse Bibbie delle varie confessioni cristiane può notare che esse non contengono lo stesso numero di libri. Mentre alcune contengono i soliti 66 libri, altre ne contengono di più. La differenza è nota come gli apocrifi biblici. Come il loro nome lascia intendere, questi testi sono considerati apocrifi dalla Chiesa, il che significa che la loro autenticità è dubbia. Alcune Bibbie includono questi libri, anche se sembrano mettere costantemente in dubbio la loro validità.
Perché alcune Bibbie omettono questi libri? Sono stati omessi intenzionalmente affinché la Chiesa potesse manipolare la comprensione del cristianesimo? E cosa contengono esattamente questi libri? Cliccate su questa galleria per scoprirlo.