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Nel cuore delle nostre città, si consuma un conflitto lungo e silenzioso: i progettisti urbani stanno creando spazi che escludono le persone più vulnerabili, i senzatetto. Negli ultimi anni, l'architettura urbana à è stata modellata per allontanare intere comunità, impedendo l'accesso a chi non ha una fissa dimora agli spazi pubblici. Inutile dire che queste decisioni progettuali mettono in luce il lato più oscuro dei nostri valori.
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L'architettura anti-senzatetto, nota anche come architettura ostile, si riferisce a numerosi elementi di progettazione urbana realizzati intenzionalmente per dissuadere i senzatetto dal riposare o cercare riparo negli spazi pubblici.
Tra le caratteristiche di queste panchine si annoverano i picchi sulle sporgenze, le panchine inclinate, i braccioli al centro e i materiali scomodi come il metallo o il cemento. Sono stati implementati in città di tutto il mondo e in diversi settori, dall'architettura del paesaggio alla pianificazione stradale.
Lo scopo principale della progettazione ostile è quello di rendere difficile o impossibile per i senzatetto dormire, sedersi o sostare comodamente nelle aree pubbliche. L'architettura ostile si trova spesso in luoghi come parchi, pensiline degli autobus e sottopassaggi, dove i clochard possono cercare rifugio.
Ma se in alcuni spazi è evidente il senso di ostilità nei confronti dei senzatetto, in altri il design è più discreto. Alcune architetture ostili sono state integrate nei davanzali e persino nelle ringhiere.
Tali misure aumentano l'emarginazione e l'esclusione dei senza fissa dimora dagli spazi pubblici, esacerbando ulteriormente lo stigma esistente sulla loro esistenza. Questi progetti sostengono inoltre l'idea errata che il non avere una casa sia una scelta personale, sebbene si tratti in realtà di un fallimento strutturale del sistema.
Invece di affrontare le cause alla radice del fenomeno dei "senza tetto", l'architettura ostile dà la priorità a soluzioni superficiali che trascurano i problemi sociali di fondo. Le persone sono portate a credere che sia giusto disumanizzare queste persone trattandole come un elemento di disturbo indesiderato, mentre non dovrebbe essere così.
Alcune delle cause principali del fenomeno dei senzatetto sono la mancanza di alloggi a prezzi accessibili, i problemi di salute mentale e la disuguaglianza economica. Finché questi aspetti non saranno affrontati, questo fenomeno continuerà a crescere rapidamente.
I critici hanno evidenziato che l'esistenza di un'architettura ostile rischia di favorire una generale mancanza di empatia e compassione nei confronti delle popolazioni vulnerabili, tanto che l'estetica e gli interessi commerciali sono considerati più importanti del benessere umano.
Criminalizzando il fenomeno dei senzatetto attraverso il design, si spingono gli individui emarginati in situazioni ancora più precarie e pericolose. Queste persone possono finire per cedere al crimine, nella speranza di potersi sostenere economicamente.
Il legame sociale nelle comunità può essere rapidamente distrutto da un'architettura anti-senzatetto, poiché rafforza attivamente le divisioni tra i diversi gruppi socioeconomici.
Un design ostile pone la domanda su chi sia degno di godere dei diritti umani di base e di dignità. Sebbene la convinzione comune sia che tutte le persone dovrebbero godere di questi diritti, l'architettura ostile perpetua l'idea che i senzatetto rappresentino un'eccezione.
L'architettura ostile ha conosciuto un forte incremento soprattutto a New York, dove circa 100.000 persone sono senza fissa dimora, di cui oltre il 5% vive per strada. I progetti contro i senzatetto hanno reso loro la vita più difficile e alcune stazioni ferroviarie della città hanno addirittura eliminato del tutto le panchine per scoraggiarli dall'utilizzarle.
L'architettura anti-senzatetto rafforza la disuguaglianza sociale negando i diritti di base a chi già vive ai margini della società. In realtà, misure come questa sono miopi e inefficaci, perché si limitano a spostare il fenomeno dei clochard in altre aree, invece di affrontarne le cause profonde.
Il fatto è che l'inclusione e la compassione che si auspica di trovare nella propria comunità vengono completamente minate da un'architettura ostile, che stabilisce confini fisici contro i bisognosi.
Un altro effetto collaterale distruttivo dell'architettura ostile è che non riguarda solo i senzatetto. Applicando tali design alle panchine e ad altre aree dello spazio pubblico, si scoraggia chiunque dall'utilizzarle. Anche quando si eliminano fisicamente le panchine, le conseguenze si ripercuotono sui disabili e sugli anziani che normalmente vi si fermano per riposare.
Potreste persino notare un peggioramento della fiducia del popolo nei confronti del governo e delle istituzioni, semplicemente perché l'architettura ostile è uno dei tanti indicatori della mancanza di empatia delle amministrazioni nei confronti delle popolazioni vulnerabili.
L'architettura anti-senzatetto riflette un atteggiamento più ampio della società nei confronti della povertà e della disuguaglianza, dimostrando quanto ci sia bisogno di un cambiamento sistemico. Infatti, serve a ricordare in modo visibile le barriere strutturali che impediscono agli individui emarginati di partecipare pienamente alla società.
L'architettura ostile è uno dei tanti modi in cui i senzatetto sono intrappolati in un ciclo infinito di povertà e discriminazione, poiché vengono loro negate le opportunità di riposare, ripararsi e ricevere il sostegno della comunità.
Per fortuna, ci sono alcuni modi efficaci che le città possono adottare per creare ambienti inclusivi per tutti. I governi e i funzionari comunali dovrebbero rivalutare e rivedere le politiche che promuovono o consentono la realizzazione di strutture anti-senzatetto.
Un altro modo per affrontare la progettazione ostile è quello di coinvolgere le persone senza dimora, i gruppi di difesa dei diritti umani e gli stakeholder della comunità nelle discussioni e nei processi decisionali riguardanti la progettazione urbana e le politiche mirate.
Esiste anche la facoltà di emanare leggi o ordinanze che tutelino il diritto delle persone senza fissa dimora di accedere agli spazi pubblici senza subire discriminazioni o molestie.
Uno dei modi più importanti per affrontare questo problema è destinare le risorse al potenziamento e al miglioramento dei servizi di supporto per i senzatetto. Ciò include alloggi a prezzi accessibili, assistenza sanitaria mentale e programmi di formazione professionale.
Le comunità dovrebbero incoraggiare lo sviluppo di soluzioni urbanistiche inclusive che diano priorità all'accessibilità, alla sicurezza e al comfort per tutti i residenti, indipendentemente dalla condizione abitativa.
Durante il processo di progettazione degli spazi pubblici, la collaborazione tra architetti, urbanisti, operatori sociali e sostenitori dei diritti dei senzatetto dovrebbe essere fondamentale per progettare gli spazi in modo da soddisfare le esigenze delle diverse popolazioni.
Se si vuole affrontare il problema dei senzatetto, un modo per attuare un cambiamento positivo è quello di fornire rifugi temporanei e opzioni abitative transitorie, in attesa che vengano sviluppate soluzioni abitative permanenti.
Occorre inoltre promuovere partnership tra agenzie governative, organizzazioni no-profit e imprese private per affrontare il problema dei senzatetto attraverso sforzi e risorse coordinate. Solo insieme si possono superare queste ingiustizie sociali!
Adottare approcci che affrontino le cause profonde di questo fenomeno, come la povertà, la disuguaglianza, la mancanza di alloggi a prezzi accessibili e la discriminazione sistemica. Considerando l'architettura ostile come un sintomo di una malattia più ampia, diventa molto più vantaggioso per tutti guardare al quadro generale.
In conclusione, l'architettura contro i senzatetto è una manifestazione della negligenza e dell'indifferenza della società nei confronti dei più bisognosi, che riflette un fallimento della compassione e della solidarietà. Ma non è mai troppo tardi per smantellare i progetti che sono stati messi in atto e per porgere una mano d'aiuto ai meno fortunati.
Fonti: (The New York Times) (The Neighborhood Design Center) (Big Issue) (The Bowery Mission)
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Nel cuore delle nostre città, si consuma un conflitto lungo e silenzioso: i progettisti urbani stanno creando spazi che escludono le persone più vulnerabili, i senzatetto. Negli ultimi anni, l'architettura urbana à è stata modellata per allontanare intere comunità, impedendo l'accesso a chi non ha una fissa dimora agli spazi pubblici. Inutile dire che queste decisioni progettuali mettono in luce il lato più oscuro dei nostri valori.
Siete curiosi di saperne di più? Scoprite come l'architettura anti-senzatetto danneggia tutti cliccando su questa galleria.