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Il Gruppo dei 20, noto anche come G20, è una coalizione delle nazioni con le maggiori economie mondiali che si riunisce per affrontare le sfide globali. Come gruppo, rappresentano le nazioni che costituiscono circa l'85% del PIL mondiale e il 75% del commercio internazionale. Il G20 coordina le risposte alle crisi globali e cerca di facilitare la collaborazione su questioni politiche importanti, non solo economicamente, ma anche su temi come la salute globale e il cambiamento climatico.
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Il Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres è arrivato a Rio de Janeiro, in Brasile, in vista del vertice del G20 del 2024 che si tiene il 18 e 19 novembre. Il suo messaggio è semplice: “I leader del G20 devono guidarci”.
Oltre ai due membri regionali (Unione Africana e Unione Europea), gli attuali membri del G20 sono: Argentina, Austria, Brasile, Canada, Cina, Francia, Germania, India, Indonesia, Italia, Giappone, Corea del Sud, Messico, Russia, Arabia Saudita, Sudafrica, Turchia, Regno Unito e Stati Uniti.
All'incontro partecipano anche organizzazioni internazionali come la Banca Mondiale, l'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e le Nazioni Unite.
In seguito alla crisi finanziaria asiatica del 1997, che ha devastato diverse nazioni del Sud-Est asiatico e ha alimentato il timore di un caos globale, nel 1999 è nato il G20. Questo forum riunisce rappresentanti delle economie sviluppate ed emergenti per discutere di questioni finanziarie globali. Da allora, il G20 è diventato uno spazio cruciale per affrontare le sfide economiche e politiche mondiali, promuovendo la cooperazione internazionale su temi che vanno oltre l'economia, come la salute globale e il cambiamento climatico.
Dopo la crisi finanziaria del 2008, il G20 si è evoluto in un forum in cui i leader mondiali si incontrano per discutere e risolvere le problematiche economiche globali. Il vertice del G20 è oggi considerato uno degli eventi più importanti al mondo, in quanto riunisce le principali economie per affrontare le sfide economiche e promuovere la cooperazione internazionale su vasta scala.
Luiz Inácio Lula da Silva, Presidente del Brasile, ospita il vertice del G20 del 2024. Uno dei punti chiave della sua programmazione è come tassare i miliardari.
I super ricchi utilizzano una serie di tattiche per evitare le tasse: tenere la maggior parte del loro denaro in azioni, accumulare fondi in attività di sfruttamento, come quelle immobiliari e petrolifere, creare fondazioni e altre iniziative che consentono di ottenere massicce detrazioni fiscali.
Durante la riunione dei ministri delle finanze del G20 del luglio 2024, gli Stati Uniti e la Germania hanno espresso una forte opposizione allo sviluppo di strategie di “tassazione equa e progressiva” orientate agli individui più ricchi del mondo.
La proposta, elaborata dall'economista francese Gabriel Zucman, prevede una flat tax del 2% sul patrimonio netto totale di circa 2.800 miliardari che hanno un patrimonio netto complessivo di 13.500 miliardi di dollari.
Il patrimonio netto totale da tassare va oltre il semplice reddito, un ambito di tassazione limitato che spesso viene facilmente aggirato dai più ricchi del mondo. Al contrario, include anche beni e investimenti, offrendo una visione più completa della ricchezza di un individuo.
L'attuazione di questa proposta potrebbe raccogliere 250 miliardi di dollari all'anno. Questo denaro verrebbe utilizzato per affrontare le disuguaglianze globali, in particolare nei Paesi a basso reddito che hanno un forte debito.
Questi fondi andrebbero a finanziare anche le capacità di affrontare le questioni che colpiscono alcune comunità in modo sproporzionato, tra cui il cambiamento climatico, la povertà e la fame. Questo aspetto è particolarmente importante vista la presenza dell'Unione Africana al Vertice per la prima volta.
All'indomani della riunione della COP29, che ha riunito i leader mondiali per discutere della crisi climatica, in cui si è deciso di destinare più fondi ai Paesi più poveri per costruire la capacità di resistere alle devastazioni climatiche, sono i Paesi del G20 ad avere la responsabilità di garantire tali finanziamenti.
Il mondo dipende dalla cooperazione dei membri del G20 per finanziare iniziative volte a contenere gli effetti del cambiamento climatico, mentre i suoi membri sono inoltre responsabili della produzione di oltre il 75% delle emissioni globali di gas serra.
Le stesse sfide emerse durante la riunione della COP29, tra cui le controversie sul finanziamento delle iniziative, le transizioni energetiche e la responsabilità delle imprese private per i loro danni ambientali, si sono riversate sul G20, senza che si intraveda una soluzione chiara.
L'eliminazione graduale dei combustibili fossili e del carbone si è ridotta a un semi-impegno di “riduzione graduale”, che offre poche speranze di raggiungere il tipo di accordi progressivi sul clima che i leader climatici sollecitano alle nazioni.
Le questioni geopolitiche, come l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia (che ha portato il presidente russo Vladimir Putin a non partecipare al vertice per due anni di fila), la guerra di Israele a Gaza e in Libano, nonché le tensioni tra Stati Uniti e Cina, hanno ulteriormente contribuito ad aumentare le sfide per affrontare le questioni globali.
L'impegno del G20 nei confronti dei principi dell'Organizzazione Mondiale del Commercio, che includono la riduzione al minimo delle tariffe, tra le altre misure per facilitare il commercio, si scontra con molte delle misure adottate nella competizione americana con la Cina, che ha costantemente utilizzato sanzioni, aumento delle tariffe e altre misure per ridurre il suo vantaggio competitivo.
Con la rielezione di Donald Trump, che promette di portare queste misure a nuovi estremi, inclusa una tariffa del 20% su tutti i prodotti cinesi, le promesse dell'America al vertice del G20 del 2024 sono quasi prive di significato, poiché l'imminente cambio di leadership modifica i suoi impegni.
Le posizioni che assumerà l'imminente amministrazione Trump sono un'area chiave di ansia per i leader globali, in particolare in relazione alle sue promesse riguardanti la guerra in Ucraina, le questioni di sicurezza internazionale, il commercio e il cambiamento climatico.
Anche il Presidente cinese Xi Jinping è considerato una figura chiave per l'incontro del 2024, dato il ruolo economico dominante della Cina nell'economia globale e la sua forte relazione diplomatica con la Russia.
Con il motto “Costruire un mondo giusto e un pianeta sostenibile”, i tre temi principali dell'incontro del 2024 sono: inclusione sociale e lotta alla fame e alla povertà; riforma delle istituzioni della governance globale; sviluppo sostenibile e transizione energetica.
Con le sfide geopolitiche che attualmente offuscano la capacità di arrivare a conclusioni severe, i critici vedono poche speranze nella possibilità di un dialogo fruttuoso che possa costruire un cambiamento significativo.
Nonostante queste sfide, c'è un barlume di speranza, in particolare per quanto riguarda l'Unione Europea e gli Stati del Mercosur (Argentina, Bolivia, Brasile, Paraguay e Uruguay), che stanno per concordare uno storico accordo di libero scambio dopo decenni di negoziati. Tuttavia questo accordo è stato accolto da numerose critiche, soprattutto da parte degli ambientalisti.
Questo accordo è essenziale per la Germania per raggiungere i suoi obiettivi di transizione energetica attraverso l'acquisizione di materie prime per i pannelli solari, le batterie e l'energia eolica, tra le altre misure che intende adottare.
Il rafforzamento delle relazioni commerciali tra l'Unione Europea e gli Stati del Mercosur crea inoltre un certo dinamismo riguardante l'accelerazione degli investimenti cinesi nella regione, che includono la recente creazione di un mega-porto in Perù.
Inoltre, sembra probabile che durante il vertice venga pubblicato un documento finale sulle questioni sociali legate alla fame nel mondo, nell'ambito dell'iniziativa brasiliana Alleanza Globale contro la Fame, che includerebbe riferimenti alle guerre in Ucraina e a Gaza.
Questa iniziativa sarebbe una grande vittoria per il presidente brasiliano, che si è concentrato sul problema della fame durante i suoi primi due mandati presidenziali, portando a una massiccia riduzione dell'80% dei brasiliani sottonutriti nel giro di un decennio.
Anche se l'ambizione di affrontare la questione della tassazione per reindirizzare i fondi verso programmi globali per ridurre le disuguaglianze sembra improbabile, data la resistenza di vari membri, alcune importanti risoluzioni potrebbero realizzarsi e, per lo meno, l'incontro offre una luce sulle tensioni geopolitiche che si fanno sentire ai giorni nostri.
Fonti: (United Nations) (DW) (RFI) (World Economic Forum) (Council on Foreign Relations) (Reuters) (Council of the European Union) (AP News)
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