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Origini - Il Carnevale di Ivrea nasce in età risorgimentale, attorno al XVI secolo.
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La storia narrata - La manifestazione, unica nel suo genere, racconta la ribellione del popolo al marchese di Monferrato, che aveva ridotto i sudditi alla fame.
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Una donna eroica - Figura chiave della rappresentazione è la 'vezzosa mugnaia', che personifica l’eroina della leggenda.
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La mugnaia coraggiosa - Si narra, infatti, che fu Violetta, figlia di un mugnaio, a uccidere il marchese con la sua spada, liberando il popolo.
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L'appuntamento più atteso - Una delle manifestazioni della festa, nonché la più nota e attesa, è la Battaglia delle arance.
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Le origini incerte - Non si hanno dati certi sull'origine esatta della Battaglia, ma sono state avanzate diverse ipotesi.
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Il popolo indignato - Si narra che durante il Medioevo i nobili regalassero delle misere ceste di fagioli ai poveri, i quali, indignati, li ‘restituivano’ cercando di colpire i carri dei donatori.
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Forma di corteggiamento - Si racconta anche che le ragazze usassero lanciare frutta dalle finestre ai ragazzi mascherati sui carri, per attirare la loro attenzione.
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Quando si iniziò ad usare le arance? - L’uso delle sole arance ebbe inizio nel XX secolo.
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Frutta commestibile? - Si tratta di arance provenienti dalla Calabria che, per il fatto di non essere adatte al consumo umano, sarebbero destinate al macero.
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Le squadre - Soltanto nel dopoguerra si formarono vere e proprie squadre di 'aranceri' e si organizzarono i 'carri da getto'.
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Le prime squadre - Le prime squadre di aranceri furono organizzate dagli operai della fabbrica Olivetti.
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Il significato - La manifestazione assunse presto un significato politico e iniziò a rappresentare le rivolte popolari medioevali.
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Il significato - Gli uomini sui carri personificano i soldati dei tiranni, mentre quelli in piazza il popolo ribelle.
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I carri - Ogni carro trainato dai cavalli trasporta 10 aranceri, che indossano costumi imbottiti e un'inquietante maschera di cuoio.
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Le bande del popolo - Le squadre del popolo sono formate da centinaia di uomini e donne che non dispongono di protezione alcuna.
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Il bersaglio - Chi sta a terra cerca di colpire gli uomini sui carri in prossimità della grata che copre il viso, in modo che il succo dell’arancia costringa gli avversari a chiudere gli occhi.
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Come non farsi colpire - Chi non vuole farsi colpire, deve indossare uno speciale cappello rosso.
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La premiazione - Una commissione osserva il comportamento delle squadre per l’intera durata dell’evento e premia quella che si distingue per ardore, tecnica e lealtà.
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Misure cautelari - I turisti sono protetti da alte grate.
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Gli incidenti - Nonostante le precauzioni si sono verificati spesso incidenti con numerosi feriti.
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Partecipanti - Partecipano alla battaglia circa 5 mila persone.
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Le squadre - Le squadre a piedi sono 9, per un totale di oltre 4 mila persone, mentre sfilano una cinquantina di carri.
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La Battaglia in numeri - Ogni anno si usano circa 700 tonnellate di arance.
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Visitatori - I visitatori che accorrono appositamente per assistere alla Battaglia sono circa 150 mila a edizione.
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Il riciclo delle arance - Dall'anno scorso i residui di arance vengono raccolti, compostati e trasformati in un potente fertilizzante.
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Fertilizzante - È possibile acquistare il fertilizzante agli appositi stand durante la manifestazione.
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La canzone del Carnevale
- Esiste una canzone che esprime bene lo spirito ribelle del Carnevale di Ivrea:
"Una volta anticamente / egli è certo che un Barone
Ci trattava duramente / Con la corda e col bastone;
D'in sull'alto Castellazzo, /Dove avea covile e possa,
Sghignazzando a mo' di pazzo /Ci mangiava polpa ed ossa. (...)"
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La canzone del Carnevale
- "(...) Ma la figlia d'un mugnaro / Gli ha insegnato la creanza,
Che rapita all'uom più caro /Volea farne la sua ganza.
Ma quell'altra prese impegno /Di trattarlo a tu per tu:
Quello è stato il nostro segno, /E il Castello non c'è più. (...)"
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La canzone del Carnevale
- "(...) E sui ruderi ammucchiati, /Dame e prodi in bella mostra,
Sotto scarli inalberati /Noi veniamo a far la giostra:
Su quei greppi, tra quei muri, /Che alla belva furon tana,
Suonan pifferi e tamburi /La vittoria popolana.(...)"
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La canzone del Carnevale
- "(...) Non v'è povero quartiere /Che non sfoggi un po' di gale,
Che non canti con piacere /La Canzon del Carnevale.
Con la Sposa e col Garzone /Che ad Abbà prescelto fu,
Va cantando ogni rione: /Il Castello non c'è più."
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Origini - Il Carnevale di Ivrea nasce in età risorgimentale, attorno al XVI secolo.
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La storia narrata - La manifestazione, unica nel suo genere, racconta la ribellione del popolo al marchese di Monferrato, che aveva ridotto i sudditi alla fame.
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Una donna eroica - Figura chiave della rappresentazione è la 'vezzosa mugnaia', che personifica l’eroina della leggenda.
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La mugnaia coraggiosa - Si narra, infatti, che fu Violetta, figlia di un mugnaio, a uccidere il marchese con la sua spada, liberando il popolo.
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L'appuntamento più atteso - Una delle manifestazioni della festa, nonché la più nota e attesa, è la Battaglia delle arance.
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Le origini incerte - Non si hanno dati certi sull'origine esatta della Battaglia, ma sono state avanzate diverse ipotesi.
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Il popolo indignato - Si narra che durante il Medioevo i nobili regalassero delle misere ceste di fagioli ai poveri, i quali, indignati, li ‘restituivano’ cercando di colpire i carri dei donatori.
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Forma di corteggiamento - Si racconta anche che le ragazze usassero lanciare frutta dalle finestre ai ragazzi mascherati sui carri, per attirare la loro attenzione.
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Quando si iniziò ad usare le arance? - L’uso delle sole arance ebbe inizio nel XX secolo.
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Frutta commestibile? - Si tratta di arance provenienti dalla Calabria che, per il fatto di non essere adatte al consumo umano, sarebbero destinate al macero.
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Le squadre - Soltanto nel dopoguerra si formarono vere e proprie squadre di 'aranceri' e si organizzarono i 'carri da getto'.
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Le prime squadre - Le prime squadre di aranceri furono organizzate dagli operai della fabbrica Olivetti.
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Il significato - La manifestazione assunse presto un significato politico e iniziò a rappresentare le rivolte popolari medioevali.
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Il significato - Gli uomini sui carri personificano i soldati dei tiranni, mentre quelli in piazza il popolo ribelle.
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I carri - Ogni carro trainato dai cavalli trasporta 10 aranceri, che indossano costumi imbottiti e un'inquietante maschera di cuoio.
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Le bande del popolo - Le squadre del popolo sono formate da centinaia di uomini e donne che non dispongono di protezione alcuna.
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Il bersaglio - Chi sta a terra cerca di colpire gli uomini sui carri in prossimità della grata che copre il viso, in modo che il succo dell’arancia costringa gli avversari a chiudere gli occhi.
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Come non farsi colpire - Chi non vuole farsi colpire, deve indossare uno speciale cappello rosso.
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La premiazione - Una commissione osserva il comportamento delle squadre per l’intera durata dell’evento e premia quella che si distingue per ardore, tecnica e lealtà.
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Misure cautelari - I turisti sono protetti da alte grate.
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Gli incidenti - Nonostante le precauzioni si sono verificati spesso incidenti con numerosi feriti.
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Partecipanti - Partecipano alla battaglia circa 5 mila persone.
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Le squadre - Le squadre a piedi sono 9, per un totale di oltre 4 mila persone, mentre sfilano una cinquantina di carri.
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La Battaglia in numeri - Ogni anno si usano circa 700 tonnellate di arance.
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Visitatori - I visitatori che accorrono appositamente per assistere alla Battaglia sono circa 150 mila a edizione.
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Il riciclo delle arance - Dall'anno scorso i residui di arance vengono raccolti, compostati e trasformati in un potente fertilizzante.
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Fertilizzante - È possibile acquistare il fertilizzante agli appositi stand durante la manifestazione.
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La canzone del Carnevale
- Esiste una canzone che esprime bene lo spirito ribelle del Carnevale di Ivrea:
"Una volta anticamente / egli è certo che un Barone
Ci trattava duramente / Con la corda e col bastone;
D'in sull'alto Castellazzo, /Dove avea covile e possa,
Sghignazzando a mo' di pazzo /Ci mangiava polpa ed ossa. (...)"
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La canzone del Carnevale
- "(...) Ma la figlia d'un mugnaro / Gli ha insegnato la creanza,
Che rapita all'uom più caro /Volea farne la sua ganza.
Ma quell'altra prese impegno /Di trattarlo a tu per tu:
Quello è stato il nostro segno, /E il Castello non c'è più. (...)"
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La canzone del Carnevale
- "(...) E sui ruderi ammucchiati, /Dame e prodi in bella mostra,
Sotto scarli inalberati /Noi veniamo a far la giostra:
Su quei greppi, tra quei muri, /Che alla belva furon tana,
Suonan pifferi e tamburi /La vittoria popolana.(...)"
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La canzone del Carnevale
- "(...) Non v'è povero quartiere /Che non sfoggi un po' di gale,
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Carnevale di Ivrea: la storia che ha originato la battaglia di arance
Storia e curiosità su uno dei carnevali più importanti della penisola
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Ogni anno migliaia di persone confluiscono verso le piazze principali di Ivrea per inscenare la ribellione popolare contro la tirannia del marchese di Monferrato.
Le squadre concorrenti si lanciano addosso con tutta la forza possibile centinaia di tonnellate di arance. Ma com'è nata questa usanza? E dove finisce tutta la frutta che giace inerte sul campo di battaglia a guerra conclusa?
Sfoglia la galleria e soddisfa la tua curiosità su uno dei carnevali più famosi d'Italia!
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