L'infarto è la terza causa di morte al mondo
La malattia da deperimento cronico (CWD), altrimenti nota come malattia del cervo zombi, è un tipo di malattia che colpisce i mammiferi ruminanti ungulati, come cervi e alci.
È una malattia infettiva, anche se non è causata da un batterio o da un virus. Invece, è causata da una proteina prionica con anomalie.
Gli scienziati non sanno ancora cosa causa l'anormalità nella proteina, ma sanno che le proteine prioniche anomale uccidono le cellule cerebrali e causano significative disfunzioni corporee.
I sintomi della CWD comprendono perdita di peso, aumento della sete e della minzione, scarso equilibrio e coordinazione, orecchie cadenti e difficoltà a deglutire.
La difficoltà a deglutire può causare bava (da cui il nome malattia del cervo zombi) e alla fine provoca polmonite e morte.
La CWD si trasmette tra gli animali attraverso il contatto diretto con fluidi corporei e rifiuti, nonché attraverso il contatto indiretto con suolo, cibo e rifiuti contaminati.
Le prove attuali non suggeriscono che la malattia possa essere trasmessa agli esseri umani in nessuno di questi modi. In effetti, ad oggi non ci sono prove di trasmissione umana.
Tuttavia, gli scienziati temono che non sia ancora possibile escludere la possibilità che questa malattia si trasmetta dagli animali all'uomo.
Il motivo principale di preoccupazione è che esistono altri tipi di malattie da prioni che sono state trasmesse dagli animali all’uomo nel recente passato.
Il miglior esempio di una precedente trasmissione da animale a uomo è la variante della malattia di Creutzfeldt-Jakob (o vCJD).
I ricercatori hanno confermato che la vCJD è causata dallo stesso agente infettivo che porta all'encefalopatia spongiforme bovina (BSE) o alla mucca pazza.
Il prione della BSE viene trasmesso dalle mucche all'uomo quando quest'ultimo consuma carne bovina infetta. Ad oggi sono stati segnalati circa 230 casi di vCJD in tutto il mondo.
Tuttavia, gli scienziati, come Michael Osterholm dell'Università del Minnesota, esitano di fare confronti omogenei tra BSE e CWD.
Secondo Osterholm ci sono differenze strutturali tra i prioni della BSE e della CWD e “non possiamo sapere se la patologia e la presentazione clinica sarebbero paragonabili se dovesse verificarsi la trasmissione”.
La possibilità di trasmissione della CWD da animale a uomo è un’area di ricerca attiva. Diamo ora uno sguardo ai risultati degli studi sperimentali finora condotti.
Nel 2018, il National Institutes of Health ha condotto uno studio sui macachi, che condividono circa il 93% del loro genoma con gli esseri umani.
I ricercatori hanno esposto i macachi alla materia cerebrale infetta da CWD e poi li hanno monitorati per decenni, esaminando i loro tessuti utilizzando vari test.
I ricercatori non hanno trovato prove di trasmissione della CWD dai tessuti infetti dei cervi e degli alci ai macachi.
Questo è solo uno studio, tuttavia, e secondo un articolo della BBC, ci sono altre ricerche sperimentali, alcune inedite, che hanno trovato prove del contrario.
Nel 2022, i ricercatori dell’Università di Calgary hanno condotto un altro studio sperimentale, questa volta su “topi umanizzati”.
I topi umanizzati sono topi geneticamente modificati allo scopo di studiare le malattie umane.
I ricercatori hanno iniettato nei topi isolati di CWD prelevati da cervi infetti e hanno osservato che nell’arco di 2,5 anni i topi sviluppavano la CWD.
I ricercatori hanno anche osservato che i topi rilasciavano proteine prioniche infettive nei loro rifiuti. Ciò suggerisce che negli esseri umani una persona infetta potrebbe diffondere la malattia a un’altra attraverso la materia fecale.
Questi studi sollevano preoccupazioni, ma non sono affatto definitivi. Non abbiamo ancora prove sufficienti per dire se sia possibile una trasmissione umana della CWD.
Guardando al futuro, diversi gruppi di esperti stanno comunque adottando misure per saperne di più sulla malattia e fare piani su come reagire qualora dovesse accadere il peggio.
Il Centro per la ricerca e la politica sulle malattie infettive (CIDRAP) ha riunito un gruppo per formare un piano di emergenza nel caso in cui la CWD dovesse trasmettersi all’uomo.
Nel frattempo, i ricercatori dell’Università della Pennsylvania hanno analizzato il microbiota intestinale sia dei cervi infetti che di quelli non infetti, per saperne di più sulla malattia.
Come sottolineato, non possiamo ancora dire se le persone debbano preoccuparsi della trasmissione umana della malattia del cervo zombi.
Questa è un’area di ricerca attiva che, si spera, produrrà risultati attendibili, in un modo o nell’altro.
Fonti: (BBC) (The Guardian) (CDC)
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La malattia dei cervi zombie: rischio per gli esseri umani?
Viene definita anche malattia del deperimento cronico
SALUTE Animali
Probabilmente hai già sentito parlare della malattia della mucca pazza, ma che dire della malattia del cervo zombi? Ufficialmente chiamata "malattia del deperimento cronico", questa terribile malattia provoca perdita di peso, difficoltà di deglutizione e, infine, la morte nei mammiferi ruminanti ungulati. Ad oggi non ci sono prove che questa malattia si trasmetta agli esseri umani, ma ciò non significa che gli scienziati non siano preoccupati.
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