Con uno stock globale di circa 13.000 testate nucleari, una guerra nucleare sarebbe catastrofica. Nel malaugurato caso in cui succeda, quali sono i Paesi migliori in cui rifugiarsi per sopravvivere?
Uno studio pubblicato sulla rivista Risk Analysis, ha individuato le nazioni insulari che potrebbero continuare a produrre cibo a sufficienza per sfamare la popolazione dopo una “brusca catastrofe che riduce la luce solare”, come una guerra nucleare, un supervulcano o un asteroide.
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Dall'inizio della guerra russo-ucraina nel 2022 e dalle successive tensioni geopolitiche, il timore di una guerra nucleare ha spinto molti a chiedersi cosa significherebbe un conflitto nucleare per l'umanità e il pianeta.
Un conflitto nucleare avrebbe conseguenze devastanti, dalle morti iniziali per le esplosioni dirette agli effetti persistenti delle radiazioni.
Si verificherebbe un collasso della tecnologia anche nelle località dove si ritiene che ci siano maggiori probabilità di sopravvivenza. Questo ostacolerebbe seriamente la cooperazione, il coordinamento e la produzione di cibo.
Secondo uno studio della Rutgers University, più di cinque miliardi di persone, circa il 63% dell'attuale popolazione mondiale, morirebbero di fame in seguito a una guerra nucleare su larga scala.
Una guerra nucleare comporterebbe anche una riduzione del 97% della produzione alimentare in Cina, Francia, Russia, Regno Unito e Stati Uniti.
Tuttavia, è probabile che ci sarebbero dei sopravvissuti in tutto il mondo, anche negli scenari più gravi.
Naturalmente, le nazioni più resilienti avrebbero le migliori possibilità di evitare un collasso totale. Ma forse non indovinate di quali Paesi stiamo parlando!
Lo studio, pubblicato su Risk Analysis, ha messo a confronto 38 Paesi insulari in base a 13 fattori che, secondo loro, potrebbero predire il successo come stato di sopravvivenza post-apocalittico.
Tra i fattori citati figurano la produzione alimentare, l'autosufficienza energetica, l'industria manifatturiera e l'effetto del disastro sul clima.
Secondo lo studio, i Paesi insulari circoscritti sono in grado di produrre cibo a sufficienza per le loro popolazioni dopo una “brusca catastrofe che riduce la luce solare”, come una guerra nucleare, un supervulcano o un asteroide.
In fondo alla lista dei Paesi migliori per sopravvivere a una guerra nucleare ci sono le nazioni insulari di Filippine, Mauritius e Indonesia.
Secondo lo studio, queste nazioni sarebbero in grado di produrre cibo a sufficienza in seguito a una guerra nucleare.
Arcipelaghi diversi ospitano probabilmente alcune isole che sono individualmente autosufficienti. Inoltre, esiste un potenziale di commercio regionale tra Indonesia e Filippine.
Tuttavia, secondo lo studio, la storia di corruzione e instabilità sociale di queste nazioni potrebbe mettere in dubbio la loro capacità di resilienza.
Guardando all'Oceania, i residenti di piccole nazioni insulari come le Isole Salomone e Vanuatu sopravviveranno sicuramente. Questo grazie soprattutto alla loro geografia tropicale e all'abbondante produzione di cibo in tempi ordinari.
Tuttavia, entrambe le nazioni non dispongono di un'economia manifatturiera e della conoscenza ad alta tecnologia, il che renderebbe difficile per loro rimettersi in piedi. Tuttavia, potrebbero partecipare al commercio con altre nazioni vicine sopravvissute.
L'Islanda, l'unica nazione dell'emisfero settentrionale presente nello studio, è anche una delle zone di guerra nucleare più sicure. Ciò è dovuto in gran parte al fatto di essere un luogo remoto.
Tuttavia, con un'economia di piccole dimensioni, l'Islanda soffrirebbe probabilmente della mancanza di beni importati e del degrado delle infrastrutture.
Tuttavia, l'Islanda potrebbe avere accesso al Nord America e all'Europa, se alcuni dei Paesi di questi continenti non saranno completamente devastati da guerre, carestie e/o collassi sociali.
La Nuova Zelanda si colloca al secondo posto grazie alla sua distanza dagli obiettivi nucleari e al suo status di “nuclear free” di lunga data.
Anche la resistenza della nazione in caso di un brusco calo della temperatura globale indotto da un periodo di oscurità sarebbe d'aiuto. Ogni parte della Nuova Zelanda è relativamente vicina all'oceano, il che la protegge dalle temperature estreme.
Inoltre, la Nuova Zelanda ha un'efficiente economia di esportazione di prodotti alimentari che potrebbe sfamare la popolazione più volte solo grazie alle esportazioni.
Secondo lo studio, anche in caso di riduzione del 61% dei raccolti durante un inverno nucleare prolungato, i neozelandesi avrebbero comunque abbastanza da mangiare.
Dato il suo aspro outback e la sua storia di insediamento di galeotti, da tempo esiste il mito che l'Australia possa sopravvivere a tutto. Ebbene, sembra che ci sia del vero, anche se non correlato! Sì, l'Australia è in cima alla lista.
Lo studio ha rilevato che l'Australia, che è un solido produttore agricolo, ha una riserva alimentare gigantesca, con il potenziale per sfamare molte decine di milioni di persone in più.
Inoltre, le buone infrastrutture, il vasto surplus energetico, l'elevata sicurezza sanitaria e il bilancio della difesa hanno contribuito a collocare l'Australia in cima alla lista.
Secondo lo studio, però, l'Australia ha un fattore importante a suo sfavore: i suoi legami militari relativamente stretti con il Regno Unito e gli Stati Uniti rendono più probabile che diventi un bersaglio in una guerra nucleare contro la Russia.
Fonti: (The Guardian)
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LIFESTYLE Guerra nucleare
Con uno stock globale di circa 13.000 testate nucleari, una guerra nucleare sarebbe catastrofica. Nel malaugurato caso in cui succeda, quali sono i Paesi migliori in cui rifugiarsi per sopravvivere?
Uno studio pubblicato sulla rivista Risk Analysis, ha individuato le nazioni insulari che potrebbero continuare a produrre cibo a sufficienza per sfamare la popolazione dopo una “brusca catastrofe che riduce la luce solare”, come una guerra nucleare, un supervulcano o un asteroide.
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