Il Messico, come la maggior parte degli stati dell'America Latina, è molto legato al cattolicesimo. Ma la cultura messicana è caratterizzata anche da una forte tradizione pagana che risale a migliaia di anni fa.
In una nazione afflitta da annose piaghe sociali, povertà, crimine e religione possono costituire un pericoloso mix, specialmente quando i cartelli della droga credono che i loro santi li proteggano e benedicano i loro atroci crimini.
Ciò che più sorprende è che questi "santi del narcotraffico" sono venerati anche dai normali cittadini rispettosi della legge e il loro culto si fa sempre più popolare in Messico.
Scorri la galleria e scopri il mondo di Santa Muerte!
Negli ultimi anni è emersa una nuova tendenza religiosa: il culto di certi "santi" ben diversi da quelli che conosciamo.
Tra i santi del narcotraffico più popolari c'è Santa Muerte (Santa Morte), che ha un largo seguito in Messico.
Se avete già visto qualche immagine della patrona del Messico, la Vergine di Guadeloupe, noterete una certa somiglianza. Ma noterete la somiglianza anche con la figura mitologica della Morte Personificata!
Sebbene la Santa Muerte occupi un posto speciale nel cuore dei narcotrafficanti, la santa è amata anche da molti normali cittadini ligi alla legge.
Si stima che ci siano 12 milioni di devoti in Messico. Ce ne sono molti anche negli Stati Uniti.
Santa Muerte è uno dei santi più importanti della malavita dei cartelli. Robert Almonte, un consulente di sicurezza con sede in Texas ed ex vice capo del dipartimento di polizia di El Paso, ne ha parlato apertamente.
"I narcos e le bande credono tutti nel potere della preghiera", ha detto Almonte. "Credono che i santi li proteggeranno qualunque cosa facciano. Ciò è pericoloso perché incoraggia i trafficanti a credere di poterla fare franca con gli omicidi e andare comunque in paradiso".
Questo genere di "santi" non è canonizzato. Il loro culto è condannato dalla Chiesa cattolica, che li ha descritti come "blasfemi e satanici".
"La cultura è destinata allo sviluppo della persona, al suo potenziale, alle sue qualità e all'espressione del suo spirito. Il culto di Santa Muerte è distruttivo. Ciò che cerca è la morte", ha detto padre Hugo Valdemar, direttore delle comunicazioni dell'arcidiocesi di Città del Messico.
Il Papa stesso ha affrontato il problema del culto della Santa Muerte. "Sono particolarmente preoccupato per le molte persone che, sedotte dal vuoto potere del mondo, lodano le illusioni e abbracciano i loro macabri simboli per commercializzare la morte in cambio di denaro", ha detto Papa Francesco.
"Vi esorto a non sottovalutare la sfida morale e antisociale che il narcotraffico rappresenta per tutta la società messicana, così come per la Chiesa", ha aggiunto.
Essendo la Santa della Morte, sono dedicati a lei anche degli omicidi. Sono state trovate sugli altari parti di corpo umano.
Un sicario del cartello Juarez di nome Edgar ha raccontato in un'intervista che aveva l'abitudine di sacrificare le persone per Santa Muerte.
"Il fatto è che io uccido perché mi viene ordinato, ma parlo con lei e le dico: 'Ehi, io vado a lavorare. Fammi solo colpire, ti darò quella vita, è per te", ha rivelato Edgar, che avrebbe ucciso 60 persone per il cartello.
Le statuette della Santa Muerte sono i best-seller dei negozi di articoli esoterici messicani. "Ha la reputazione di essere un'operatrice di miracoli incredibilmente rapida ed efficace, e a differenza della maggior parte dei santi canonizzati, non essendo cattolica, puoi chiederle qualsiasi cosa: benedire un carico di metanfetamine, per esempio", spiega Andrew Chesnut, professore di studi religiosi alla Virginia Commonwealth University.
Man mano che il culto cresce, altri tipi di devoti iniziano a seguirlo. Si tratta di persone di qualsiasi tipo, ma spesso tenute ai margini della società, come migranti e membri della comunità LGBTQ.
Santa Muerte non è la sola santa di fronte a cui i narcotrafficanti si inginocchiano.
La leggenda di Jesús Malverde risale al 1909. Secondo i racconti, il "Robin Hood messicano" fu assassinato dalla polizia a Sinaloa, Messico.
La leggenda racconta che Jesús Malverde rubasse ai ricchi per dare ai poveri.
Il bandito divenne un eroe folcloristico e da allora è il santo patrono dei fuorilegge. Jesús Malverde è, assieme a Santa Muerte, uno dei più amati "santi del narcotraffico" del paese.
Maximón, noto anche come San Simón, è una divinità maya venerata dagli abitanti del Guatemala.
Si dice che Maximón sia al tempo stesso un protettore e un ingannatore. La leggenda dice che ha combattuto per il popolo del Guatemala contro gli spagnoli.
Si racconta che una volta dei pescatori si appellarono a lui per proteggere la virtù delle loro mogli mentre erano via, ma il "santo" finì per portarsele a letto tutte. Maximón è il santo patrono dei criminali in Guatemala, ma ha veneratori anche in Messico e negli Stati Uniti.
Il Santo Infante di Atocha è un antico santo cattolico spagnolo. È il patrono dei viaggiatori e dei prigionieri. Il che è probabilmente il motivo per cui è così popolare tra i trafficanti di droga. Il famigerato Pablo Escobar, il leader del cartello di Medellin, aveva altari dedicati al santo in molte delle sue case.
Ovidio Guzmán, alias "El Ratón" del cartello di Sinaloa e figlio del famigerato signore della droga messicano Joaquín "El Chapo" Guzmán, è un altro noto devoto del Nino.
Raimondo Nonnato, noto anche come San Ramon, è un santo cattolico che si dice abbia liberato i cristiani catturati dai musulmani in Nord Africa.
Si narra che il santo si consegnasse in cambio dei prigionieri e ne approfittasse per predicare il vangelo ai seguaci dell'Islam. Per fermarlo, i musulmani gli tappavano la bocca. I trafficanti di droga lo pregano di far tacere la gente.
Giuda Taddeo era uno dei dodici apostoli di Gesù, da non confondere con Giuda Iscariota, il traditore.
San Giuda Taddeo è il patrono delle cause perse, motivo per cui viene venerato dai narcotrafficanti.
Fonti: (New York Post) (BBC) (The Atlantic)
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I santi patroni del mondo criminale
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Il Messico, come la maggior parte degli stati dell'America Latina, è molto legato al cattolicesimo. Ma la cultura messicana è caratterizzata anche da una forte tradizione pagana che risale a migliaia di anni fa.
In una nazione afflitta da annose piaghe sociali, povertà, crimine e religione possono costituire un pericoloso mix, specialmente quando i cartelli della droga credono che i loro santi li proteggano e benedicano i loro atroci crimini.
Ciò che più sorprende è che questi "santi del narcotraffico" sono venerati anche dai normali cittadini rispettosi della legge e il loro culto si fa sempre più popolare in Messico.
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