Ogni anno migliaia di persone confluiscono verso le piazze principali di Ivrea per inscenare la ribellione popolare contro la tirannia del marchese di Monferrato.
Le squadre concorrenti si lanciano addosso con tutta la forza possibile centinaia di tonnellate di arance. Ma com'è nata questa usanza? E dove finisce tutta la frutta che giace inerte sul campo di battaglia a guerra conclusa?
Sfoglia la galleria e soddisfa la tua curiosità su uno dei carnevali più famosi d'Italia!
"Una volta anticamente / egli è certo che un Barone
Ci trattava duramente / Con la corda e col bastone;
D'in sull'alto Castellazzo, /Dove avea covile e possa,
Sghignazzando a mo' di pazzo /Ci mangiava polpa ed ossa. (...)"
Che rapita all'uom più caro /Volea farne la sua ganza.
Ma quell'altra prese impegno /Di trattarlo a tu per tu:
Quello è stato il nostro segno, /E il Castello non c'è più. (...)"
Sotto scarli inalberati /Noi veniamo a far la giostra:
Su quei greppi, tra quei muri, /Che alla belva furon tana,
Suonan pifferi e tamburi /La vittoria popolana.(...)"
Che non canti con piacere /La Canzon del Carnevale.
Con la Sposa e col Garzone /Che ad Abbà prescelto fu,
Va cantando ogni rione: /Il Castello non c'è più."
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CELEBRITÀ Carnevale
Ogni anno migliaia di persone confluiscono verso le piazze principali di Ivrea per inscenare la ribellione popolare contro la tirannia del marchese di Monferrato.
Le squadre concorrenti si lanciano addosso con tutta la forza possibile centinaia di tonnellate di arance. Ma com'è nata questa usanza? E dove finisce tutta la frutta che giace inerte sul campo di battaglia a guerra conclusa?
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